BloggingArt intervista Rossella Monaco.
Durante una fresca serata ottobrina, nell’affascinante cornice del locale “Profumo – Spazio sensoriale” ha avuto luogo la presentazione di “Reietti” – Harpo editore, ultimo libro della scrittrice e attrice Rossella Monaco. Il libro è stato presentato dal Prof. Vittorio Maria de Bonis, la scrittrice e l’attore Massimo Sconci hanno letto alcuni racconti. Nelle sue pagine Rossella Monaco ci mostra l’importanza del “diverso” in una società omologata. Noi di BloggingArt l’abbiamo intervistata:
Buonasera Rossella, congratulazioni per la tua pubblicazione. Partiamo dal titolo del tuo libro “Reietti”. Chi sono i Reietti dei diciassette racconti?
Sono dei personaggi fuori dagli schemi e nella loro straordinaria difformità possono essere considerati reietti dal mainstream. Ma in realtà chi è il vero reietto? C’è un gioco ambiguo nel titolo del libro. Il reietto è colui che agisce liberamente secondo il suo spirito, la sua natura, o chi si omologa in un disumano bloc unique? E la cosa più spaventosa è che non si tratta di un fatto meramente esteriore, siamo di fronte ad un appiattimento mentale, culturale, emotivo, dove la fantasia viene seppellita sotto il pensar comune.
Qual è, secondo te, la vera reiezione?
La vera “reiezione” è l’assenza di alterità, l’emarginazione dalla profondità delle emozioni, ma anche dal legame con la natura e con gli animali. Ciò che è “fuori” dalla globalizzazione viene fatto “fuori”. Stiamo assistendo al genocidio di ogni forma sacrale e magica della fantasia. Al contrario i reietti del libro contrastano la banalità del Nor-MALE. Sono donne, uomini, ibridi, robot, animali, uomini scimmia o individui pecora, considerati in alcuni casi dei mostri.
I protagonisti sono visti come mostri dalla società omologata?
Già. Però il termine “mostri” può avere un’accezione positiva perché ha la sua origine etimologica nel latino monstrum “prodigio, portento” e loro sono prodigiosi, compiono azioni portentose scegliendo sempre la libertà. Lottano con ironia, leggerezza ed eroismo contro la ferocia umana.
Potremmo dire che il reietto è colui che non si conforma? Colui che vive liberamente il proprio istinto, che fa ciò che sente?
Esatto. Prendiamo l’uomo scimmia Nean, diminutivo di Neanderthal, creato per servire gli uomini, pulire, fare il soldatino, lavorare. Nel racconto Nean si trova, dopo aver vissuto esclusivamente nel laboratorio dove è stato creato, a doversi confrontare con la realtà urbana. Si tratta di un esperimento. Con i suoi “sporadici attacchi di assenza di freni inibitori” così definiti dai ricercatori genetici, sale sulla metro.
Nella metro accade qualcosa di straordinario a Nean….
Il vagone è zeppo di gente, motivo per cui Nean si ritrova corpo a corpo con una bella sconosciuta, «È di spalle, è bionda, è soda, ma soprattutto non è una scimmia.» si dice… «Sono eccitato e nello stesso tempo indeciso: mi addentro, non mi addentro?»… una frenata brusca risolve il problema «Sono dentro con tutte le scarpe. Naturalmente è un fottutissimo modo di dire» conclude. I due fanno l’amore selvaggiamente saltando per tutto il vagone, tra gli sguardi inebetiti della gente che li scambia per due attori di una “ologram-pubblicità”. Amore e sesso in una società spenta sono diventati ormai qualcosa di esclusivamente virtuale.
Il “Reietto” può essere considerato un diverso?
Certo, aggiungo: fortunatamente è un diverso. Nel racconto intitolato Milf, Sandra, una filologa sta cercando di decifrare il codice Voynich, un misterioso manoscritto risalente al 1400 (il codice esiste sul serio, ma nessuno è mai riuscito a tradurlo, ci hanno provato crittologi di fama mondiale, la Nasa, persino un software di intelligenza artificiale), beh, Sandra ci riuscirà. Questa giovane donna di oltre 60 anni viene considerata una milf, una tardona da suo marito, dunque una reietta anagrafica. Sandra decodificando il manoscritto acquisterà un magico potere che le farà sbaragliare ogni forma di patriarcato e avere una vittoria assoluta sul marito, tardone. Super sorpresa finale, ma non farò spoiler, aggiungo: anche il suo cane ne godrà alla grande.
Come nasce l’idea di questo libro?
L’osservazione costante. La vita è magnifica e terribile nello stesso tempo, divertente e paradossale. Il dilemma sociale e politico dell’eutanasia per esempio ha fatto nascere Zombi. Per Gratia Plena è bastato un incontro apparentemente casuale. Tre suore alla guida di un furgoncino per poco non mi investono, ero sulle strisce pedonali, pensi si siano scusate dolcemente come si conviene a tre angeli custodi? Neanche per idea, hanno iniziato a inveire contro di me, i finestrini erano chiusi, ma le loro espressioni parlavano chiaro, sacramentavano. Eccole diventate nel racconto tre rivoluzionarie aspiranti papesse Giovanna.
Cosa puoi dirci degli altri racconti del libro?
In God Dog, alcuni extracomunitari selezionati in base alle loro atroci sofferenze vengono usati in un talk show. Fatti vivere per mesi su un battello in cambio di documenti e soldi devono raccontare in diretta le loro disgrazie. Il pubblico morboso che li segue in tv è entusiasta ma, un processo catartico illuminerà i protagonisti cambiando le coordinate della storia. In Molestie persino per entrare in paradiso è necessario “darla” ai santi più potenti. Bee, racconta di uomini-pecora donatori, si noti l’eufemismo, dei propri organi come pezzi di ricambio per umani viziosi che hanno distrutto i loro. Controindicazione, a volte gli uomini-pecora si fanno le loro mogli umane. Con Oggi a me, domani a te, affronto il terribile tema degli allevamenti intensivi. Una divertente legge del contrappasso sarà la giusta nemesi per i poveri animali. Mi fermo qui.
Bene Rossella, auguri per il tuo libro e chissà che non sia un’ispirazione per un futuro film.
Grazie, considerando il numero dei racconti dovrebbe ispirare diciassette film.
di Barbara Panariello
Reietti di Rossella Monaco
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