L’orrore. L’orrore.
Zofia kossak, Giorgio Perlasca, Oskar Schindler, cosa c’entrano queste straordinarie persone (tutti e tre hanno salvato centinaia di ebrei dalla morte) col sanguinario nazista del battaglione Azov, Abroskin Vyacheslav?
Per Gramellini e a suo dire per tutto il popolo ebraico, in comune hanno di appartenere ai “giusti”.
Dunque al macellaio Abroskin che ha ucciso e torturato “grappoli di russi” (cit.) basta scrivere un post strappalacrime su facebook per diventare un eroe. Basta digitare di voler salvare dei bambini da Mariupol consegnandosi come prigioniero per ottenere la targhetta di “giusto”.
Basta un post?
Commovente.
Ma il popolo ebraico non sente un moto di ribellione, quanto meno un senso di nausea di fronte a questo orrore?
Amnesty International nel 2016 ha chiesto al governo ucraino lo scioglimento del battaglione nazista, ma è rimasta inascoltata. Le sue nefandezze sono state riconosciute e elencate in una serie di report pubblicati dall’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani. “Azov” responsabile dell’uccisione di massa di prigionieri, di occultamento di cadaveri nelle fosse comuni e dell’uso sistematico di tecniche di tortura fisica e psicologica.
Sono state tacciate di nazismo brave persone, manifestanti riuniti nelle piazze per rivendicare la propria libertà, mentre i veri mostri nazisti si stanno espandendo in Europa, sponsorizzati dai media e da governi fantoccio al soldo della Nato.
Siamo oltre il bipensiero orwelliano, siamo allo stupro collettivo della ragione.
Il giorno della memoria dura effettivamente solo ventiquattro ore, tutto il resto è oblio.
L’orrore. L’orrore.
Drago vs Draghi
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