“Nole” me tangere.
Interrogato tutta la notte alla dogana dell’aeroporto internazionale di Melbourne, si è visto invalidare l’esenzione dal vaccino obbligatorio, Djokovic forse non può giocare agli Australian Open.
“Visto negato, deportazione inevitabile”, scrive un giornalista del Corriere della sera, notate nulla?
“Deportazione …”
Ecco l’originale della BBC: “A court will decide on his deportation on Monday”. Lunedì un tribunale deciderà sulla sua espulsione.
“Espulsione” per il Corriere diventa “deportazione”.
Scelta linguistica assai preoccupante nevvero?
Nole è al momento rinchiuso in un hotel a Melbourne usato per la detenzione degli immigrati.
«Mio figlio è ostaggio in Australia, ma non è mai stato più libero» dice il padre Srdjan Djokovic.
Darrel Standing, protagonista del romanzo di Jack London “Il vagabondo delle stelle”, stretto nella terribile camicia di forza del penitenziario dove sta scontando una pena a vita evade dal corpo e viaggia felice nelle proprie esistenze passate.
Imprigionare gli spiriti liberi significa renderli più consapevoli. Aprirgli nuove strade.
Novak sta lottando per la sua e per la nostra libertà, per l’autodeterminazione citata niente di meno che nell’articolo 32 della Costituzione.
Noli me tangere, dice Nole.
Su di lui e sulla sua scelta di non assoggettarsi al rito omologante e coercitivo, è stato gettato fango, ci si è persino dimenticati dell’ingente somma che ha donato agli ospedali di Bergamo.
“I ricchi, i potenti, gli spregiudicati e i più dotati possono infischiarsene delle regole che ingabbiano gli invidiosi e i mediocri” scrive Gramellini ammettendo di far parte a pieno titolo di queste categorie.
Djokovic, spirito sensibile, è vegano, ama gli animali, la natura e si dà da fare per aiutare il prossimo, però la “brava gente” lo insulta, si riempie la bocca con il bene altrui e intanto divora animali sofferenti, distrugge foreste, affama il terzo mondo.
La dieta vegetariana protegge dal Covid al settantatré per cento, più del vaccino, lo dice il nuovo studio pubblicato su BMJ Nutrition, Prevention and Healt, rivista americana specializzata nella nutrizione. Dire “lo faccio per me e per gli altri” avrebbe finalmente un senso.
La cosiddetta élite, il potere psicopatico, è emanata da una massa infelice, spesso inferocita contro il prossimo, livorosa verso gli originali, i diversi, le persone libere, quelli che la Morante chiama “i Felici Pochi”. Per ora la paura e l’invidia degli Infelici Molti, sostiene, dettano le regole del mondo.
Ma…
“Non è detta
che prima ancora del giorno del Giudizio
Quei pazzi Felici Pochi non vi mettano in minoranza.
Forse vi converrebbe cominciare qualche esercizio
Per trovarvi preparati alla possibile circostanza.
Sarebbe una magnifica stravaganza
Di scavalcare tutti insieme i tempi brutti
In un allegro finale: FELICI TUTTI!”
“Nole” me tangere
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