Ora che Helen Mirren, per quanto possa essere amica di Checco Zalone o donna spiritosa, accetti di paragonare la sua vagina a un buco per espletare funzioni fisiologiche di sfogo spermatico, “Si sa che in guerra ogni buco è trincea” dice Zalone, oltrepassa i limiti del maschilismo più becero.
Il plot: Checco, alias Oscar, vestito con gli scarti di un teatro di Varietà, incontra casualmente Helen, elegante e bellissima, le chiede alcune informazioni stradali, ma quando si accorge che la “vecchia muchacha” è vaccinata, anzi vacinada, si eccita; anche se tiene la zinna un “pochito calada” e il sorriso nel bicchiere, sottolinea cantando. Il solito cliché dell’età. La stessa barzelletta da caserma.
Non c’era niente di meglio per spingere le ultra sessantenni a vaccinarsi che spaventarle con la possibilità di ritrovarsi tra i piedi un Checco bamboccione, buono a letto solo con l’erotica dose immunizzante e il suo relativo richiamo? Sarò il tuo secondo Oscar, le dice alludendo alla statuetta vinta dall’attrice.
Salta all’occhio un inconscio abbinamento con l’omino d’oro che come il Ken di Barbie non brilla certo per mascolinità. Bell’affare per la Mirren. A parte il pen cioè il pan per focaccia reso al vanesio bamboccio, la situazione è a dir poco strana, perché ricorrere a una seduzione da asilo Mariuccia per convincere le donne a vaccinarsi quando si rischia la vita? A questo punto “vaginiamoci” dandoci alla pazza gioia con uomini veramente attraenti, portatori sani di un linguaggio un pelino più evoluto.
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