“Donna, ebrea e comunista” di Bice Foà Chiaromonte.
Oggi al Maxxi, da non perdere! Donna, ebrea e comunista… e non solo. La storia del secondo Novecento racchiusa nel “diario minimo” di Bice Foà Chiaromonte, una donna straordinaria. Leggerò alcuni brani tratti dal libro.
Mimmo Sereni
“Per molti di noi era un personaggio importante, fin troppo
e troppo spesso, a ripensarci, molti di noi intercalavano “come
dice il compagno Sereni”, non solo per importanti citazioni
ma anche, ad esempio, per il suo “bisogna andarsene
per ultimi”, dettato dalla sua lunga esperienza di riunioni e 111
relazioni.
Aveva una cultura enciclopedica e parlava non so quante
lingue, non escluse il sanscrito e il cinese. Quando Togliatti
compì sessant’anni ebbe regali e biglietti di auguri da tutto
il mondo; ce n’era uno indecifrabile e lui, che non tanto sopportava
l’enciclopedismo, disse di darlo a Sereni perché lo
traducesse (nella speranza, credo, che non ci riuscisse).
Mimmo riuscì a individuare la zona della Cina da cui proveniva
e, quindi, a decifrarlo.
Fra i suoi racconti uno mi impressionava molto: era nel
braccio della morte, condannato dai nazisti che lo avevano
catturato a Parigi da dove dirigeva la Resistenza, e aveva capito
che un ufficiale delle SS era una persona colta. Prese
perciò a insultarlo – parlava correntemente anche il tedesco
– gridandogli: “Ma come può, una nazione che ha dato vita
a Kant, Hegel e a tanti pensatori, musicisti e scienziati negare
un libro a un condannato a morte?”. Una notte si aprì
lo spioncino e l’ufficiale gli gettò addosso un libro di filosofia.
Allora mi sentii avvilito e sconvolto, diceva Mimmo;
se un torturatore, perché tale era stato per lui quell’ufficiale,
capisce una cosa così, sfida l’arresto per questo, ma continua
a essere una SS, vuol dire che non c’è più niente da fare,
che abbiamo perduto!”
(Estrapolato dal libro di Bice Foà Chiaromonte)
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